Nutrizione e Fibromialgia

Intro

La Sindrome Fibromialgica è caratterizzata da dolore cronico diffuso e numerosi sintomi associati non specifici come affaticamento, disturbi del sonno, depressione, ansia e deterioramento cognitivo. Si stima che abbia una prevalenza mondiale dell’1,78%, con una predominanza nelle femmine. Gli interventi terapeutici per la fibromialgia hanno un successo limitato, portando molti pazienti a cercare forme alternative di trattamento, comprese le modifiche alla loro dieta e allo stile di vita. La patogenesi della Fibromialgia è incerta, ma tra i numerosi meccanismi la sensibilizzazione del sistema nervoso centrale gioca un ruolo fondamentale. In particolare, sembra essere la principale causa dell’aumentata percezione del dolore. Detto questo i meccanismi coinvolti sono ancora oggetto di dibattito, e il ruolo della “neuro-infiammazione” e del sistema immunitario sono attualmente in fase di studio.

Trattamento della Fibromialgia

Non esiste un trattamento gold standard per la Sindrome Fibromialgica. I regimi terapeutici possono e devono variare in modo significativo da persona a persona a seconda dei sintomi. Nonostante questa variabilità, gli individui in genere ricevono una combinazione di approcci tra cui: farmacologia, fisioterapia e terapia cognitivo-comportamentale. La Fibromialgia è associata a stress ossidativo e disfunzione mitocondriale, immunologica e cardiovascolare. Inoltre, recenti ipotesi riguardanti la sua fisiopatologia includono il ruolo dell’infiammazione, della disbiosi intestinale, della neuroinfiammazione e della metilazione del DNA; a tal proposito, la nutrizione e la cronobiologia giocano un ruolo rilevante in tutti questi processi.

Condizioni come obesità, allergie alimentari, carenze nutrizionali e assunzione di additivi alimentari si sono rivelate fattori di rischio correlati alle complicanze della Fibromialgia. Sebbene non sia stata identificata alcuna terapia dietetica specifica, una dieta ad alto contenuto di antiossidanti, alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura, meno alimenti trasformati, proteine di alta qualità, grassi sani e integrazione nutrizionale, quando necessario, sono utili per alleviare i sintomi della patologia.

Aspetti Nutrizionali legati alla Fibromialgia

La teoria del trattamento di una condizione come la Fibromialgia utilizzando interventi nutrizionali è complessa, in quanto c’è una mancanza di comprensione di come l’intervento possa influenzare la fisiopatologia sottostante. Il tutto è reso più difficile dal fatto che alcuni sintomi e comorbidità sembrano influenzarsi direttamente a vicenda, quindi possono portare a tentativi inutili o frivoli di trattare la condizione. Inoltre, avere la Fibromialgia non esclude un individuo dallo sviluppo anche di altre condizioni; rendendo difficile per i pazienti e i medici differenziare ciò che può essere attribuito ad essa, creando così ulteriore confusione per quanto riguarda il trattamento. Una serie di potenziali meccanismi attraverso i quali l’alimentazione potrebbe essere benefica riguarda la riduzione dello stress ossidativo; il miglioramento della disfunzione e della modulazione pro-infiammatoria/anti-infiammatoria; e il miglioramento della neuromodulazione all’interno del sistema nervoso periferico o centrale.

Il consumo di una dieta mediterranea sembra portare a concentrazioni significativamente più basse di Interleuchina 6 e Proteina C Reattiva, di fatti il consumano una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali, carne bianca, legumi, e succhi di frutta freschi risulta inversamente correlato all’aumento dei livelli dei marcatori di infiammazione sistemica. Al contrario, le diete ricche di cereali raffinati, carne rossa, burro, carne lavorata, latticini ad alto contenuto di grassi, dolci, dessert, pizza, grassi idrogenati e bevande analcoliche sono risultate positivamente correlate al loro incremento.

Il Ruolo dell’Obesità nell’insorgenza della Fibromialgia

È stato dimostrato che il tessuto adiposo è il sito di sintesi di una varietà di proteine/peptidi intimamente coinvolti nella regolazione dell’infiammazione. La sensibilità al dolore dei pazienti obesi può essere influenzata sia dalla modulazione centrale che dalla presenza del carico meccanico dovuta al peso elevato. Recentemente è stato suggerito, di fatti, che aumenti del BMI (Indice di Massa Corporea) contribuiscono ad aumentare livelli circolanti di citochine pro-infiammatorie nei pazienti con Fibromialgia, e relazioni significative tra Proteina C Reattiva sierica, BMI e citochine hanno suggerito che l’infiammazione può contribuire ai sintomi in pazienti con Fibromialgia, soprattutto in coloro che sono obesi.

Conclusioni

Risulta ormai sempre più consolidata l’associazione tra abitudini alimentari e qualità della vita di soggetti affetti da fibromialgia, soprattutto in termini di intensità del dolore, funzionalità fisica, affaticamento e salute dell’apparato digerente. Diversi studi hanno sottolineato che l’aumento dell’assunzione di antiossidanti, il miglioramento dei sintomi digestivi e la prevenzione o il riequilibrio delle carenze di alcuni micronutrienti, attraverso un regime alimentare corretto, possono migliorare i sintomi della Fibromialgia. Inoltre, la dieta, la cronobiologia, l’esercizio fisico e lo stile di vita generale possono contribuire alla modulazione del microbiota intestinale, che presenta delle differenze nei soggetti con Fibromialgia rispetto a una popolazione sana. Di fatti, un microbiota intestinale compromesso può influenzare la digestione dei macronutrienti l’assorbimento di minerali, la biosintesi di vitamine e la secrezione di ormoni e neurotrasmettitori, tutti spesso alterati nella Sindrome Fibromialgica.

Bibliografia

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  • Nutrition and Chronobiology as Key Components of Multidisciplinary Therapeutic Interventions for Fibromyalgia and Associated Chronic Fatigue Syndrome: A Narrative and Critical Review Noèlia Carrasco-Querol; Lorena Cabricano-Canga; Nerea Bueno Hernàandez; Alessandra Queiroga Gonclaves; Rosa Caballol Angelatas; Macarena Pozo Ariza; Carme Martìn-Borràs; Pilar Montesò-Curto; Elisabet Castro Blanco; Maria Rosa Dalmau Llorca; Carina Aguilar Martin
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