L’Obesità e le sue complicazioni

Intro

L’obesità per definizione è una malattia cronica progressiva e recidivante caratterizzata dall’accumulo patologico di tessuto adiposo, cioè una malattia che lavora in maniera silente per anni per poi manifestarsi in un secondo momento, la sintomatologia tende poi a peggiorare e diventa sempre più difficile nel tempo gestire le problematiche se non si agisce in maniera tempestiva attraverso delle modifiche sul proprio stile di vita.

La sua incidenza è in costante aumento non solo nei paesi occidentali ma anche in quelli a medio-basso reddito, in particolare, secondo i dati ISTAT 2024, l’Italia è al quarto posto tra i paesi più colpiti da obesità giovanile in Europa nella fascia di età 0-19 anni, e si contano circa 25 milioni di persone in Italia affette da sovrappeso/obesità. Sulla base di questo si può affermare che è una problematica molto seria sia per la sanità pubblica che per la salute dei cittadini.

È importante sottolineare la pericolosità di questa patologia, in quanto essa, si accompagna  ad una serie di malattie quali diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, sindrome metabolica e altre complicazioni che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita dell’individuo e ne riducono la durata. Obesità e sovrappeso, inoltre, sono tra i principali fattori di rischio oncologico, con particolare riguardo al cancro del colon retto, del rene, dell’esofago, del pancreas, dell’endometrio e dell’ovaio.

L’Obesità Infantile

Per quanto riguarda l’obesità infantile, secondo i ricercatori è molto importante agire, in termini di abitudini alimentari, fin dal periodo preconcezionale e successivamente in gravidanza, per fare in modo di contrastare sovrappeso e obesità nell’infanzia e nell’adolescenza e ridurne la prevalenza in età adulta. Per quale motivo un bambino obeso ha molte probabilità di diventare un adulto obeso? Per una ragione fisiologica legata a tre fasce di età specifiche al numero/dimensione degli adopiciti. Nello specifico vi sono 3 fasce temporali di rilevanza in questo contesto:

  • Il primo anno di vita, in cui il numero delle cellule adipocitarie resta stabile ma ne aumenta il volume (aumento del 25-30% della massa corporea totale alla fine del primo anno).
  • Il periodo che va dai 4-6 anni, in cui il tessuto adiposo si espande progressivamente per aumento del numero di adipociti (iperplasia)
  • La pubertà, in cui gli adipociti raggiungono normalmente il numero totale.

Se in questi momenti l’alimentazione non è controllata c’è un possibile aumento del numero di adipociti (iperplasia) che può portare poi ad un aumento del rischio di sovrappeso e obesità in età adulta.

Fisiologia del grasso

L’eccesso calorico protratto per lunghi periodi è una delle principali cause di espansione del tessuto adiposo, in quanto i sistemi metabolici dell’essere umano sono impostati per fare in modo che, il surplus calorico, non venga disperso sottoforma di calore, ma immagazzinato sottoforma di trigliceridi negli adipociti come fonte di riserva energetica. Questo perché il nostro organismo ragiona in maniera molto intelligente essendo sempre stato alle carenze piuttosto che agli eccessi. Tra le varie tipologie di grasso quello viscerale rappresenta il più pericoloso quando si tratta di problematiche legate alla salute, in quanto, il suo eccesso, determina insulino resistenza e la produzione di citochine pro-infiammatorie che promuovono l’infiammazione silente nell’organismo.

L’attività anabolica del tessuto adiposo viscerale in risposta all’ipernutrizione comporta l’ipertrofia e l’iperplasia degli adipociti per soddisfare le maggiori esigenze di accumulo di energia; questo, di fatti, porta all’ingrossamento dell’adipocita a causa di una maggiore quantità di grasso immagazzinata. Tuttavia, nel momento in cui la risposta adattativa all’afflusso di energia in eccesso ha raggiunto un limite, l’omeostasi metabolica viene persa e si verifica l’attivazione delle cellule immunitarie residenti, con conseguente aumento di segnali che inducono l’infiammazione

L’attività delle cellule immunitarie in risposta al danno strutturale del tessuto adiposo può avere un ruolo sia positivo che negativo per i tessuti. nello specifico l’eliminazione degli adipociti morenti, il rimodellamento dei tessuti e il supporto all’angiogenesi sono tutte funzione benefiche, il che può essere interpretato come un tentativo da parte dell’organismo di ripristinare un equilibrio fisiologico. L’aumento dei fenotipi infiammatori delle cellule immunitarie è tipicamente accompagnato da complicanze sistemiche come insulino-resistenza, iperglicemia e dislipidemia, che contribuiscono a un maggiore rischio di malattia cardiometabolica.