Intro
La principale causa di un aumento dell’incidenza dei disturbi mentali sembra risiedere sullo stile di vita moderno e sull’ambiente “stressogeno” in cui viviamo. Di fatti, gli stili di vita sono molto cambiati negli ultimi 50 anni: l’urbanizzazione e i miglioramenti tecnologici fino alla cosiddetta “rivoluzione dell’informazione”, le lunghe ore davanti allo schermo, accompagnate dalla pressione di una società sempre più competitiva hanno portato ad una discrepanza con il patrimonio genetico umano, rimasto in gran parte immutato dai nostri antenati.
Con la scoperta dell’infiammazione che gioca un ruolo in diverse malattie del sistema nervoso centrale, è stata postulata un’ipotesi intrigante, suggerendo che i fattori dietetici possono svolgere un ruolo nelle malattie mentali. Da un punto di vista meccanicistico, un potenziale effetto antinfiammatorio diretto, un’azione antiossidante, o una modulazione funzionale, possono fornire il razionale per i potenziali effetti benefici della dieta sulla salute mentale, gettando le basi su quella che viene definita oggi Nutrizione Psichiatrica.
Alimentazione e Depressione
Tradizionalmente, i disturbi depressivi, i disturbi bipolari, la schizofrenia, i disturbi d’ansia e i disturbi alimentari vengono trattati con farmaci psicofarmacologici, tra cui antipsicotici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore , e/o diverse forme di psicoterapie. Purtroppo, con questi trattamenti, il peso dei disturbi mentali viene prevenuto in meno del 50% dei casi, un risultato che indica la necessità di trovare nuove strategie e procedure aggiuntive per migliorare la loro gestione.
La struttura e la funzione del cervello dipendono molto dalla disponibilità di nutrienti appropriati, tra cui lipidi, amminoacidi e vitamine e minerali. È quindi logico che l’assunzione e la qualità del cibo abbiano un impatto sulla funzione cerebrale, il che rende una dieta sana e bilanciata una strategia per mirare alla salute mentale, all’umore e alle prestazioni cognitive.
La nutrizione ha un ruolo nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi comportamentali, in quanto una dieta di scarsa qualità che porta a un apporto inadeguato di nutrienti è un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi comportamentali. Il motivo risiede nel ruolo che hanno i nutrienti a livello neuroendocrino. I nutrienti, tra cui triptofano, le vitamine del gruppo B, fenilalanina, tirosina, istidina, colina e acido glutammico sono necessari per la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e la noradrenalina, che sono coinvolti nella regolazione dell’umore, dell’appetito e della cognizione. Tuttavia, l’assenza di pratiche di stile di vita sano porta a una diminuzione del benessere mentale che, a sua volta, riduce le pratiche di stile di vita sano, in un modello ciclico vizioso.
SMILES Study
Lo studio SMILES (Supporting the Modification of Lifestyle in Lowered Emotional States) è stato il primo approccio volto a valutare esplicitamente se la qualità della dieta migliorasse i sintomi della depressione negli individui che soddisfacevano i criteri per un episodio depressivo maggiore. I partecipanti, che sono stati assegnati in modo casuale alla consulenza dietetica per seguire una dieta mediterranea, hanno avuto una maggiore riduzione dei loro sintomi depressivi nell’arco di 12 settimane, rispetto a quelli del gruppo di supporto sociale.
Gli effetti erano indipendenti dai cambiamenti nell’attività fisica o nel peso corporeo e strettamente correlati all’entità del cambiamento nella dieta. L’alimentazione prevedeva cereali integrali; verdura; frutta fresca; legumi; latticini a basso contenuto di grassi e non zuccherati; frutta secca; pesce; carni rosse magre; uova; pollo; olio d’oliva; e assunzioni limitate di dolci, cereali raffinati, cibi fritti, fast food, carni lavorate e bevande zuccherate.
Conclusioni
Una migliore comprensione meccanicistica di come la nutrizione influisce sulla salute mentale e sulla cognizione guiderà lo sviluppo di nuovi interventi nutrizionali e consigli basati sull’evidenza che promuoveranno e manterranno il benessere mentale nel lungo termine. La promozione di abitudini alimentari che portino a una migliore salute mentale e l’identificazione dei singoli componenti nutrizionali critici, miglioreranno la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari e ridurranno i costi economici associati a una cattiva salute mentale e al declino cognitivo
Bibliografia
- Nutrition and behavioral health disorders: depression and anxiety Penny M. Kris-Etherton; Kristina S. Petersen; Joseph R. Hibbeln; Daniel Hurley; Valerie Kolick; Sevetra Peoples; Nancy Rodriguez; Gail Woodward-Lopez
- Nutrition and Fitness: Mental Health Riccardo Dalla Grave
- Nutritional psychiatry: Towards improving mental health by what you eat A. H. Adan; Eline M. van der Beek; Jan K.Biutelaar; John F. Cryan; Johannes Hebebrand; Suzanne Harriet Shellekens; Suzanne L. Dickson
- Food and mood: how do diet and nutrition affect mental wellbeing? Joseph Firth; James E. Gangwisch; Alessandra Borsini; Robyn E. Wootton; Emeran A Mayer